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Storia

Campi di concentramento nazisti, come erano fatti?

Patrizio 15 Aprile, 2020

Il ‘Vernichtungslager’ (campo di sterminio) fu una ‘invenzione’ tedesca che risale ai tempi della Seconda Guerra Mondiale ideata con il preciso scopo di essere la ‘soluzione finale’ del problema ebraico; tutti gli ebrei d’Europa assoggettati al dominio del Terzo Reich dovevano essere uccisi, questo era il diktat del Fuhrer Adolf Hitler. I campi di sterminio (o anche ‘campi di concentramento’), furono costruiti in differenti città europee già divenute dominio nazista e provocarono la morte di circa 6 milioni di ebrei, rappresentando senza dubbio la prima vera struttura ideata e realizzata per lo sterminio massivo di intere popolazioni sulla base di ideologie razziste.

Furono gli stessi detenuti a costruire i campi di concentramento ed ad effettuarne poi costanti manutenzioni, in questo modo non erano certamente ricompensati con la libertà, ma riuscivano, questo sì, a ritardare la loro esecuzione di qualche anno. La struttura base con cui si costruirono questi ‘lager’ poteva variare leggermente tra un posto ed un altro, ma per grosse linee rispondeva sempre ai canoni di sicurezza voluti da Hitler.

L’entrata al campo di concentramento

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Auschwitz, Belzec, Chelmno, Majdanek, Treblinka, Leopoli, sono soltanto alcuni dei tanti campi di concentramento che la Germania nazista ha disseminato lungo i suoi territori di conquista e nei quali sono state sterminate intere popolazioni, e soltanto fermarsi un attimo in prossimità di uno qualsiasi di questi luoghi così macabri fa davvero rabbrividire.

Nelle vicinanze di Cracovia si possono visitare due dei quattro ‘lager’ ancora in discreto stato ed aperti al pubblico: Auschwitz e Birkenau, e se si pensa che soltanto in queste due strutture costruite a poca distanza una dall’altra a circa 70 km dalla città polacca furono sterminati circa tre milioni di ebrei viene davvero la pelle d’oca. Quasi come bestie dirette alla macellazione, i prigionieri arrivavano in questi penitenziari-lager rinchiusi in vagoni merci dopo un viaggio di giorni totalmente digiuni e disidratati, e venivano subito selezionati dai vigilanti nazisti: i più forti fisicamente venivano reclutati come manovali, i più deboli ed i malati venivano invece subito uccisi.

Stanze dei campi di concentramento nazisti

I prigonieri che non avevano superato la selezione e che erano quindi stati catalogati come deboli o infermi, venivano accompagnati alle loro ‘stanze’, ignari di ciò a cui andavano incontro; veniva detto loro che dovevano fare la doccia prima di entrare nelle celle, ma invece si trattava soltanto di un tranello per ingannarli e rinchiuderli in massa nelle camere a gas, dove venivano assassinati con Zyklon B. I morti venivano successivamente spogliati di eventuali oggetti di valore come denti d’oro o orecchini e condotti ai forni crematori, per completare definitivamente la loro estinzione.

Auschwitz conserva ancora in discreto stato alcuni capannoni, parte delle latrine usate dai prigionieri, e resti di forni crematori e camere a gas che i tedeschi non fecero in tempo a distruggere prima di scappare via, quando cioè nel 1945 le truppe sovietiche giunsero in massa per cacciarli via; stessa sorte toccò al campo di Birkenau ed ai suoi 175 ettari di terreno completamente circondato da filo spinato elettrificato.

Le zone di lavoro

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Le condizioni in cui vivevano i detenuti all’interno di un campo di concentramento erano disumane; baracche precarie e maleodoranti erano occupate da gruppi di 5/6 detenuti, che dormivano su tavole di legno senza nè cuscini nè coperte, ed il cibo mancava o era di pessima qualità, cosa che a lungo andare diede origine a malattie ed infezioni di vario genere.

Massacranti turni di lavoro stremavano completamente i detenuti, conducendoli verso un sicuro e progressivo peggioramento delle loro condizioni fisiche ed avvicinandoli sempre più alla morte; ore ed ore spaccandosi la schiena e le mani con lavori di muratura e manovalanza di vario genere (che erano obbligati a svolgere sempre incatenati o comunque bloccati con grossi pesi di ferro), peraltro sotto continua e strettissima sorveglianza ed anche insultati e picchiati, li consumarono poco a poco fino alla morte.

I campi erano circondati da filo spinato

Grosso modo, come dicevamo, tutti i campi di concentramento nazisti avevano la stessa struttura; un enorme fossato intervallava le due barriere di protezione fatte interamente di filo spinato, ed in seguito a qualche fuga di alcuni detenuti questo venne addirittura elettrificato per scoraggiare altri tentativi di ‘evasione’. Una vera fortezza dunque, ben protetta ed isolata dalle aree urbane circostanti e totalmente inespugnabile, costituita da varie aree ben separate tra loro per impedire pericolosi assembramenti di prigionieri; anche un minimo tentativo di fuga veniva immediatamente represso grazie alla strettissima sorveglianza e, appunto, da chilometri di filo spinato che scoraggiava qualsiasi coraggioso piano di evasione. Meno male che nel ‘45 arrivarono i russi a mettere fine a questo biblico massacro.